Spoleto
Provincia di Perugia – Informazioni turistiche l.A.T. Tel. 0743-218620/21; Comune 0743-2181.
Notizie utili
Abitanti: 38.429 (SpoIetini); superficie Kmq: 349,63; altezza s.l.m. 396 m; distanza da Perugia: Km 63; Pref. Tel. 0743; C.A.P. 06049; Str. Ferr. (FS a Spoleto) a 1km; Autostrada del Sole (Firenze-Roma) uscita a Orte provenendo da Roma, quindi proseguire su superstrada E-45 direzione Terni e proseguire su SS per Spoleto, provenendo da Firenze uscita a Valdichiana quindi proseguire su superstrada direzione Perugia-Foligno-Spoleto.
Frazioni: Acquaiola, Acquacastagna, Ancaiano, Azzano, Bazzano Inferiore, Bazzano Superiore, Beroide, Camporoppolo, Cerqueto, Cese, Collerisana, Cortaccione, Crocemaroggia, Eggi, Fogliano, Forca di Cerro, Madonna di Baiano, Messenano, Montebibico, Monteluco, Monte Martano, Morgnano, Morro, Ocenelli, Perchia, Petrognano, Pompagnano, Pontebari, Poreta, Protte, Rubbiano, San Brizio, San Giacomo, S. Giovanni di Baiano, S. Martino in Trignano, San Nicolò, S. Silvestro, Santa Croce, Sant’Anastasio, S. Angelo in Mercole, S. Venanzo, Silvignano, Somma, Strettura, Terraia, Terzo la Pieve, Terzo San Severo, Uncinano, Valdarena, Valle San Martino, Vallocchia.
Storia
Posto su un colle alle falde del Monteluco, presso le rive del torrente Tessino, al margine inferiore della Valle Umbra, Spoleto è un antichissimo centro, abitato fin dalla preistoria, come documentato da reperti archeologici rinvenuti sul suo territorio: reperti dell’Età del Ferro, resti di mura e tombe trovate sotto il Duomo. Centro di fondazione umbra, fu romanizzato all’epoca delle guerre sannitiche nel IV sec. a.C.. Nel III sec. a.C., fu assoggettata a Roma che, nel 241 a.C., vi fondò una colonia: Spoletium.
Fedele a Roma, Spoletium, l’affiancò nelle lotte che questa intraprese contro i Cartaginesi respingendo gli eserciti di Annibale che, dopo la vittoriosa battaglia del Trasimeno, si accingevano ad avanzare su Roma, sconsigliandone, di fatto, la sua marcia. Fedele a Roma, Spoletium rimase anche negli anni successivi a quel lungo conflitto con i Cartaginesi che videro Roma impegnata su più fronti e, nel 90 a.C fu elevata a Municipium, iscritta alla Tribù Orazia.
Durante la guerra Civile (88-84 a.C.) tra Mario e Silla, la pianura di Spoletium fu teatro di un sanguinoso scontro tra le legioni di Carinate e quelle di Pompeo e Crasso e, neIl’82 a.C., la città , presso le cui mura si era rifugiato lo sconfitto Carinate, fu attaccata e saccheggiata dai vincitori. Del periodo romano Spoleto custodisce ancora notevoli resti a testimonianza della sua importanza in quell’epoca, come fiorente centro dell’Impero Romano. Con la caduta di questi, nel 476 d.C., anche Spoleto conobbe le invasioni barbariche e nel 545 fu espugnata e saccheggiata dai Goti di Totila. Nel 568 i Longobardi scesero in Italia e, occupata Spoleto, la eressero a capo di un vastissimo ducato, iniziato da Faroaldo I nel 571 ed ingrandito poi da Autari che, con il nome di Ducato di Spoleto, estendeva i suoi confini dalle vicinanze di Roma alla Pentapoli Marittima e al Ducato di Benevento.
Il Ducato dell’Italia centrale con capitale a Spoleto rimase largamente indipendente fino al 729 d.C..
Nel 744 Carlo Magno, re deiFranchi, conquistò il regno longobardo ed anche Spoleto fu assoggettata da questi ma, allo smembramento dell’impero Carolingio, i duchi di Spoleto, Guido III (nell’890) e suo figlio Lamberto (nell’892), ripresero in mano le redini dello Stato, puntando direttamente alla conquista della corona imperiale. Nel 1155 Federico I Barbarossa di Svevia scese in ltalia. Spoleto, fedele alla Chiesa, per affermare la sua devozione si oppose all’imperatore, ma venne vinta e distrutta perdendo quell’egemonia militare che fino a quel momento l’aveva vista al centro di un vasto territorio.
Contesa poi tra l’impero e la Chiesa, nel 1198 venne a questa aggregata da Papa Innocenzo III e definitivamente assoggettata nel 1247. Dilaniata da violente lotte intestine tra guelfi e ghibellini, fu assoggettata da Perugia, ma per breve tempo, poiché, riconquistata dal Cardinal Albornoz, Legato Pontificio, fu riaffrancata allo Stato Pontificio divenendone uno dei suoi centri più importanti. In seguito appartenne ai Visconti, a Braccio da Montone e a Pirro Tomacelli.
Insorta nella meta del XIII sec., insieme a Todi, contro lo strapotere dei Papi, Spoleto fu riconquistata dagli eserciti pontifici comandati da Giuliano della Rovere e affidata dal Papa in governatorato a Lucrezia Borgia nel 1449. Capoluogo del Dipartimento del Trasimeno durante l’occupazione francese, divenne sede nel 1814, dopo la Restaurazione, di una Delegazione Pontificia sino al 17 settembre 1860 quando le truppe del generale Brignone, dopo aver sconfitto la guardia pontificia, unirono Spoleto allo Stato Italiano.
Personaggi illustri
Moltissime sono le figure illustri a cui la città ha dato i natali, tra questi; il commediografo e bibliotecario dell’Imperatore romano Augusto, Caio Melisso (I sec. a.C.), il medico Pierleone Leoni (XV sec.), il letterato Gregorio da Spoleto (vissuto tra il XV-XVI sec.), il soldato di ventura Cecili detto il Saccoccio (vissuto tra il XV e il XVI sec.), il cantante Loreto Vittori (1588-1670), il Papa Leone XII (1760-1829), lo storico Achille Sansi (1822-1891), il poeta dialettale Fernando Leonardi (1871-1918), il musicista Alessandro Onofri (1884-1923), lo scultore Leoncillo (1915-1968) ed il giornalista Walter Tobagi (XX sec).
Da vedere
La cittĂ , bella ed austera, conserva ancor’oggi intatta la sua struttura medioevale il cui centro storico sorge proprio su quello che aveva giĂ ospitato l’abitato preromano. Girando tra le sue caratteristiche ed antiche vie o lungo le sue antiche mura è facile scorgere questa sovrapposizione architettonica (romana-medioevale-quattrocentesca) che in un crescendo di palazzi, chiese, fortificazioni, teatri ed anfiteatri ci offre un patrimonio storico-artistico-culturale di enorme spessore e che fa di Spoleto, (oltre le importanti manifestazioni cultuÂrali che qui si svolgono e di cui parleremo piĂą avanti) uno dei centri piĂą inteÂressanti e a piĂą alto flusso turistico dell’Umbria.
Il giro della città può iniziare entrando da Porta Garibaldi e posteggiando l’autovettura nell’omonima piazza dove si trova anche la fermata degli autobus che portano al centro storico. Poco prima di Porta Garibaldi sulla destra, fuori le mura, si erge il Ponte Romano o Sanguinano, costruito nel I sec. a.C., con tre arcate (una delle quali interrata) che costituisce un valido esempio dell’ingegno costruttivo romano. Rientrando da Porta Garibaldi, svoltando a sinistra, scorgiamo i resti dell’Anfiteatro Romano, del I sec., della cui costruzione originale restano alcune arcate tra le quali si apre quella che doveva essere la porta d’accesso principale ed una delle porte della Cavea (gradinate degradanti su cui prendeva posto il pubblico), attualmente inglobata nel cortile della Caserma Severio Minervio. L’edificio fu in parte smantellato nel XIV sec. per ordine del cardinale Albornoz per recuperare materiale per la costruzione della Rocca; inoltre sulla sua area furono costruiti la chiesa di San Gregorio Minore e due monasteri oggi adibiti a caserma. Ritornando in piazza Garibaldi, nelle immediate vicinanze, scorgiamo la chiesa di San Gregorio Maggiore, del 1079, la cui costruzione fu terminata nel XII sec. Più volte rimaneggiata e restaurata verso la fine del 1970, ha la facciata romanica caratterizzata da un portico del XVI sec.; una pregevole bifora ed, ai lati, due nicchie con santi; a destra della facciata il campanile dell’XI-XII sec., rialzato nel XV sec.. L’interno, a tre navate, custodisce affreschi dal XII al XV sec.; un pregevole Tabernacolo attribuito a Benedetto da Rovezzano; una tela del Conca ed una vastissima cripta sotto il presbiterio.
Proseguendo per Corso Garibaldi ed arrivando in via Cecili possiamo ammirare un lungo tratto delle Mura Arcaiche, qui ancora ben conservate, il cui tracciato è quasi tutto riconoscibile intorno al vecchio centro medioevale. La tecnica muraria corrisponde alle diverse epoche di costruzione: le parti più antiche, vecchie quanto la città , risalgono al VI sec. a.C.; la parte a blocchi, squadrati, del III sec. a.C. ed infine, la parte a blocchi allungati, parallelepipedi, è del I sec. a.C.. Nei pressi di questa cinta muraria sorge la chiesa di San Nicolò con un bell’abside con alte bifore, distrutta da un incendio nel 1849 e restaurata nel 1974; attualmente viene utilizzata per manifestazioni culturali. La chiesa della Misericordia, con due portaIi del Trecento, è ubicata sotto la chiesa di S. Nicolò.
Da via Cecili si arriva a piazza Torre delI’OIio dove sorge la Torre dell’Olio, del XIII sec., una delle meglio conservate della città . Seguendo la via Pierleoni, giungiamo in piazza San Domenico dove sorge la chiesa di San Domenico, costruzione gotica della fine del XIII sec. che custodisce all’interno una Pala di Giovanni Lanfranco ed affreschi del XV sec. di scuola Umbra. Proseguendo, in salita, troviamo piazza Collicola su cui si affaccia Palazzo Collicola, del XVIII sec., opera dell’architetto Sebastiano Cipriani; salendo la scalinata, che si trova di fronte il palazzo, si arriva alla ex chiesa di San Lorenzo, romanica, recentemente restaurata ed utilizzata per spettacoli culturali. Ritornando a piazza Collicola, proseguendo per via Vittori e svoltando per via Sant’Agata, giungiamo al Teatro Romano, del I sec. d.C.; il semicerchio della Cavea è ancora ben visibile, lo spazio scenico, non più esistente, è occupato dal medioevale complesso monastico di Sant’Agata, mentre la pavimentazione in marmo dell’orchestra è quasi interamente quella originale. Per accedere al teatro si passa da un passaggio curvilineo, a volta di botte, raggiungibile dalla via delle Terme, costeggiando il perimetro dell’Hotel dei Duchi. Una bella veduta d’insieme di questa costruzione si ha dalla sovrastante piazza della Libertà , in corrispondenza di un prospetto ad arcate, già facente parte delle scuderie del seicentesco Palazzo Ancaiani. Salendo in Piazza del Mercato, si può ammirare una Fontana a muro del XVIII sec., progettata da Costantino Fiaschetti e costruita dove sorgeva la chiesa di San Donato; è arricchita da quattro stemmi seicenteschi, posti sulla parte alta, in onore di Papa Urbano VIII, realizzati su disegno del Maderno.
Da questa piazza ci spostiamo in via dell’Arco di Druso dove a metà è ubicato l’Arco di Druso Minore, del 23 d.C,, intitolato anche a Germanico, figlio di Druso Maggiore, fratello di Augusto. Il manufatto, parzialmente interrato, consta di una grande arcata su piloni ornati di lesene decorate. Nelle adiacenze è stato riportato alla luce un Tempio Romano che faceva parte dell’antico Foro, e nel recinto del tempio, (grande cella rettangolare nella quale è visibile una colonna) sorse una chiesa paleocristiana. Il dislivello tra il piano del Foro e la chiesa, consentì la realizzazione della Cripta di Sant’lsacco (che infatti poggia sul pavimento del Foro romano) eretta nel VII secolo e che custodisce affreschi del X e del XI sec.. Nelle immediate vicinanze c’è la chiesa di Sant’Ansano collegata con la cripta di Sant’lsacco, costruita nel Medioevo sui resti del tempio romano.
Ritornando in piazza del Mercato, costruita sull’area dell’antico Foro romano, imbocchiamo una scalinata che conduce verso piazza del Comune, qui troviamo i resti di una Casa Romana del I sec. d.C. caratteristica, perchè, a differenza delle costruzioni degli anni del Primo Impero, ha il peristilio aperto verso il lato sinistro; da vedere il triclinio rialzato ed I pavimenti a mosaico con disegni geometrici in bianco e nero.
Risalendo la scalinata si giunge al Palazzo Comunale del XIII sec.. Dell’edificio originale, rimaneggiato compIetamente nel XVIII sec., è rimasta la torre a base rettangolare. Il palazzo è sede della Pinacoteca Civica che contiene dipinti dal XII al XVII sec.. Raggiungendo via Saffi possiamo ammirare il Palazzo Vincenti Mareri, con un’elegante cinquecentesca loggia, e la chiesa di Santa Eufemia, edificio basilicale sorto nel X sec. nel recinto del vescovado. E’ annoverato tra le piĂą importanti testimonianze di architettura romanica umbra, la facciata, priva di decorazioni, è caratterizzata dal portale, da una monofora e da una bifora. L’interno, con colonne e pilastri, che dividono le tre navate, custodisce affreschi di scuola Umbra del XV sec. e un Poliotto del XII sec. sull’altare maggiore, ma quello che distingue la chiesa di Sant’Eufemia da tutte le altre chiese dell’Umbria, è la presenza dei matroÂnei al suo interno (galleria posta a lato della navata e sopraelevata, dove prendevano posto le donne), esempio unico nella regione. Salendo ancora, giungiamo nella piazza dove sorge il Duomo, stupenda costruzione romanica del XII sec., sorto sul luogo dell’antica Cattedrale distrutta nel 1155 da Federico Barbarossa, e terminato alla fine del XIII sec.. Sulla facciata, un bellissimo portale preceduto da un portico a cinque arcate, opera di A. Barocci e Pippo di Antonio Fiorentino che vi lavorarono dal 1491 al 1504; sopra il portico, cinque rosoni e, nella zona a coronamento triangolare, al centro un mosaico eseguito da Solsterno, firmato e datato 1207. A sinistra della facciata, il grande campanile, costruito con materiali di recupero romani, paleocristiani e medioevali, è del XII sec.. L’interno, rinnovato dall’Arrigucci in epoca barocca e completato nel’700 dal Valadier, a tre navate, con pianta a croce latina, conserva il pavimento della navata centrale fatto a mosaici geometrici (originale del XII sec.) e custodisce numerose opere d’arte: sulla controfacciata, un busto di Urbano VIII opera del Bernini; nella cappella del Vescovo Costantino Eroli, il portale verso l’esterno del Valadier e gli affreschi del Pinturicchio raffiguranti la “Pietà ”, I’”Eterno” e la “Madonna col Bambino e Santi”. C’è inoltre un Monumento funebre di Filippo Lippi, curato dal figlio Filippino, con epigrafe del Poliziano (nella porzione destra del transetto); un gigantesco affresco eseguito dal 1467 al 1469, posto sulla volta dell’abside, opera di Filippo Lippi, di suo figlio, di Fra’ Diamante e Pier Matteo d’Amelia; un dipinto di Annibale Carracci con la “Vergine con il Bambino tra i SS. Francesco e Dorotea” sul transetto destro dell’altare; un Crocifisso su pergamena e su legno di Alberto Sozio del 1187 ed una Madonna lignea policroma del ’300.
Usciti dal Duomo, oltre la scalinata che scende verso piazza della Signoria, troviamo la chiesa della Manna d’Oro, edificio a pianta ottagonale eretto nel 1527 per voto, dopo il “Sacco di Roma”;accanto, sorge il Teatro Caio Melisso del XVIII sec., devastato da un incendio e ricostruito, nel 1880, da Giovanni Montiroli. Restaurato nel 1958 da Roberto De Luca. Di fronte al teatro, l’antico Palazzo Arroni-Rancani (XVI sec.) con resti di graffiti sulla facciata e sede del Museo del Tessuto e del Costume. Attiguo al teatro il trecentesco Palazzo della Signoria.
Raggiunta Piazza Campello, ove sorge Palazzo Campello (XIII sec.) e l’ex chiesa dei SS. Simone e Giuda, imboccando la prima via a sinistra si raggiunge, sul colle Sant’Elia, la poderosa fortezza della Rocca che domina Spoleto. Eretta a partire dal 1359 fino al 1370 per volere del Papa Innocenzo VI e del suo Legato Pontificio, il cardinale Albornoz, fu progettata da Matteo Gattaponi da Gubbio e costruita con materiale di recupero in parte proveniente dall’Anfiteatro Romano. La costruzione è a pianta rettangolare con quattro torri angolari e altre due al centro dei lati lunghi. Internamente è divisa in due parti che hanno al centro, l’una il Cortile delle Armi (e nei cui edifici dimoravano gli armigieri) e l’altra la Corte d’Onore (dove dimoravano i governatori Pontifici) cinta da doppio loggiato, vero e proprio capolavoro del Gattaponi. Restaurata di recente viene utilizzata come spazio polivalente per manifestazioni culturali.
Adiacente la Rocca, il Ponte delle Torri, del XlV sec., eretto (su un precedente manufatto di età romana) per portare le acque nella parte alta della città , è una superba opera architettonica; attribuita al Gattaponi. Consta di dieci arcate su piloni, due dei quali, quelli centrali, cavi all’interno e con delle porte di accesso, sembrano delle torri. Il ponte, che unisce la rocca con il Monte Luco ha, nella testa di ponte posta da quest’ultima parte, un piccolo forte chiamato Fortezza dei Mulini, perché per molto tempo venne utilizzato, appunto, come mulino.
Tornando in città , a piazza Mentana, da vedere la chiesa di San Filippo del 1640, costruita su disegno di Lorenzo Scelli, spoletino; restaurata di recente, custodisce nel suo interno una “Sacra Famiglia” di Sebastiano Conca ed un “Busto di San Filippo”, opera dell’Algardi. Mentre nei pressi di via Mazzini il Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti,costruito nel 1864 sul luogo dove sorgeva la chiesa di Sant’Andrea (che a sua volta era stata edifcata sui resti delle terme romane), in stile Neoclassico, opera di Ireneo Aleandri, ospita un museo di cimeli teatrali e le maggiori rappresentazioni del “Festival dei Due Mondi”.
Sul piazzale della stazione una grande scultura moderna in ferro: il Teodelapio, realizzata dal grande scultore americano Alexander Calder e da questi donata, nel 1962, alla città di Spoleto in occasione del “Festival dei Due Mondi”.
Da vedere nei dintorni
Uscendo da Porta Garibaldi ed attraversando la via Flaminia si percorre la via della Basilica di San Salvatore che ci conduce in breve alla chiesa omonima. Edificata nel IV sec., benché abbia subito molte alterazioni, è uno dei più interessanti monumenti paleocristiani. Sulla facciata resti di intonaco fanno supporre che ne fosse rivestita per tutto l’ordine superiore e la cornice, a metà altezza, forniva l’appoggio a quattro lesene con capitelli che reggevano il timpano; all’interno sono ancora distinguibili le colonne d’angolo, la copertura, l’abside ed un colonnato che regge la trabeazione (insieme dell’architrave). Tornando indietro e seguendo la stradina che svolta a sinistra, troviamo la chiesa di San Ponziano,costruzione romanica del XII sec. con la facciata sormontata da un grande timpano del XIV sec.. L’interno, della fine del XIV-XV sec., presunta opera del Valadier; nella Cripta, tre antichi sarcofaghi ed affreschi del XIV-XV sec.. Riprendendo la via Flaminia, direzione Roma, appena fuori città sulla sinistra all’inizio della strada per Monteluco, sorge immersa nel verde la chiesa di San Pietro.La chiesa, costruzione romanica del XIII sec., fu eretta su un edificio precedentemente sorto a sua volta su una necropoli. Una scalinata seicentesca precede la bella facciata impreziosita da numerosi rilievi. Proseguendo verso Monteluco (804 m s.I.m.) si incontra prima l’Eremo delle Grazie, recuperato da un privato con un’attenta opera di restauro e dalla cui terrazza si può ammirare uno splendido panorama, e poi la chiesa di San Francesco e il convento che ha conservato intatto il suo antico fascino francescano. L’antica chiesa di San Giuliano del XII sec., invece è sorta sui resti di una chiesa del VI sec.. Si presenta con una facciata in parte rovinata sovrastata da un massiccio campanile e con il portale e gli ornamenti sul prospetto sicuramente riferibili al periodo paleocristiano. L’interno, a tre navate, presenta la sopraelevazione del presbiterio ed una cripta.
Monteluco, con i suoi stupendi paesaggi, l’intensa e folta vegetazione è diventato un’apprezzata meta turistica, attrezzata per i soggiorni stagionali con ampia dovizia di infrastrutture, consente di fare numerose escursioni.
Economia
Turismo, artigianato, industria ed agricoltura, egregiamente affiancati in questi ultimi anni dal commercio e dal terziario, sono le solide basi su cui poggia l’economia spoletina. L’artigianato vanta una solida tradizione nella produzione di tessuti, pizzi e ricami. L’allevamento, che è un’altra piccola perla del territorio, vanta selezioni di suini e ovini allevati allo stato brado e selezioni pregiate di bovini quale la famosa chianina.L’agricoltura con la produzione di ortaggi e foraggi viene affiancata da una considerevole produzione di ottimo e rinomato olio di oliva e di tartufi pregiati; quest’ultimi due prodotti rappresentano anche il caposaldo dell’economia della famiglia Brama (oggi Tartufi del Castello) già dai tempi in cui Spoleto era l’unica città di riferimento in Italia nella quale i mercanti (soprattutto francesi) potevano trovare la migliore qualità del prezioso tubero. Ieri come oggi proprio con queste due perle che nascono nel territorio spoletino si continua una tradizione antica di secoli capace di sostenere moltissime imprese. La piccola e media industria con aziende che operano nel settore metalmeccanico, tessile, grafico, materiali da costruzione e trasformazione di prodotti agricoli, ben si affianca all’economia locale. Ma la voce più rappresentativa del comparto economico spoletino è senz’altro quella del turismo.Spoleto è oggi uno dei principali centri turistici dell’Umbria, conosciuto a livello internazionale, ogni anno vi confluisce un turismo sempre più consistente. I motivi che hanno determinato questo successo sono riconducibili al grande patrimonio storico-artistico-culturale e naturalistico che offre la città ed il suo territorio; un’ottima ed efficente rete di strutture ricettive e ristorative ed infine, ma non ultime, una serie di importantissime manifestazioni culturali e non, che si svolgono durante l’anno.